La scelta di partecipare lo scorso mese alla Bolgheri Run, non era solo legata alla scoperta dei meravigliosi borghi toscani della costa degli Etruschi, ma anche per degustare i suoi pregiati vini, tra i quali i suoi Bolgheri Doc.
Per gli appassionati dell’enoturismo, la Toscana è un must, e Bolgheri è un luogo sicuramente dove andare almeno una volta nella vita.
Questo piccolo borgo di soli 100 abitanti, nel comune di Castagneto Carducci, e immerso nello scenografico viale dei Cipressi, è conosciuto a livello internazionale anche per i suoi pregiati vini.
In primis per il famoso e prezioso Sassicaia (unico vino ad avere una sua DOC specifica), della Tenuta San Guido, ma anche per altri rinomati vini Bolgheri Doc. Nonostante il territorio sia così piccolo e limitato, c’è una concentrazione di etichette di importanza mondiale, da perderci la testa, e possiamo definire che sia una realtà piuttosto unica e rara.
Molti vengono appunto a visitare Bolgheri inizialmente per il suo vino, ma poi finiscono per innamorarsi di questa zona tra borghi medievali, dolci colline dove fare attività sportiva e non dimentichiamo lo splendido mare che si trova a pochi passi da Bolgheri. Scopri ad esempio quali sono i borghi assolutamente da visitare nella Costa degli Etruschi.
Bolgheri Doc e il suo disciplinare
La produzione dei vini DOC Bolgheri trova il suo primo fondamento normativo nel disciplinare del 1983, anche se solo nel 1994 viene ufficialmente riconosciuta l’identità dei grandi vini rossi DOC Bolgheri.
Di norma sono basati sul taglio Cabernet, Merlot e spesso accompagnati da Petit Verdot, Syrah e in qualche caso anche Sangiovese.
Viene prodotto in un ambiente che ha un particolare microclima dovuto alle brezze marine ma, allo stesso tempo, alle colline retrostanti che si innalzano fino a 400 metri e che proteggono questo anfiteatro naturale.
Ma in quali cantine degustare il buon Bolgheri DOC?
Le scelte sono infinite, dalle più famose tenute come Antinori e Ornellaia, ma anche da cantine più piccole che valorizzano altrettanto bene il prodotto della zona.
Percorrendo infatti la famosa Strada del Vino e dell’Olio della Costa degli Etruschi, oltre al suggestivo panorama dove ti ritrovi circondato da vigneti, oliveti e il profumo del mare, noterai innumerevoli cantine per assaporare un buon calice di vino.
La scelta ammettiamo non è stata facile, ma grazie al consiglio di una nostra enologa di fiducia, siamo andati alla cantina Campo alla Sughera. E ne è valsa davvero la pena.
Campo alla Sughera e la sua storia
Alla cantina Campo alla Sughera, nulla è lasciato al caso. La qualità nei soli 16,5 ettari è molto selettiva.
Gli acini d’uva che raccolgono subiscono una triplice selezione, prima in vigneto, poi all’ingresso in cantina e infine durante la diraspatura, così da vinificare solo le uve perfettamente mature. Le stesse giungono in vasca che sono ancora integre, e la trasformazione prima in mosto e poi in vino non subisce nessun tipo di stress meccanico.
La durata dell’invecchiamento in legno dipende dalla stagione, sarà lei a stabilire la sua permanenza in barriques. Giusto per non lasciare nulla al caso.
Bolgheri Doc: passiamo alla degustazione
Ad accoglierci la gentilissima Letizia, che ci ha accompagnato in questo viaggio alla scoperta del Bolgheri Doc, con un crescendo di qualità infinita.
In ordine i vini assaggiati.
Arioso Vermentino 2022
Un IGT Toscana da uve Vermentino, dove si sente la freschezza del mare della costa degli Etruschi. Le uve vengono raccolte a mano, per poi seguire un affinamento in acciaio e una maturazione in bottiglia per due mesi.
Adeo Bolgheri Doc Rosso 2021
Da uve 60% Cabernet Sauvignon e 40% Merlot. Sempre raccolte a mano, affinate in barrique di rovere francese per finire poi la sua maturazione in bottiglia.
Diciamo che lo possiamo definire l’entrée alla scoperta dell’eccellenza del Bolgheri DOC.
Arnione Bolgheri Superiore 2018
Il vino di punta di Campo alla Sughera. Un mix nelle sue diverse fasi di evoluzione, dall’anfora al vino in bottiglia. Un blend di Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot e Cabernet Franc. Affinato inizialmente per 18 mesi in barriques e tonneaux di rovere per poi proseguire con un ulteriore affinamento in bottiglia per almeno 24 mesi.
Un vino dove comincia a sentirsi una struttura più intensa.
Campo alla Sughera – Super Tuscan 2019
Questo vino rappresenta l’apice di Campo alla Sughera. Si tratta di un IGT Toscana, prodotto solamente dalle migliori uve Petit Verdot e Cabernet Franc ed esclusivamente nelle migliori annate, dopo un lento affinamento in barriques di rovere francese e maturazione in bottiglia. Se la stagione è buona, vengono prodotte mediamente 4.000 bottiglie all’anno.
Degustare i vini di Campo alla Sughera, è stato un viaggio sensoriale davvero piacevole che ti dà una panoramica sulla storia della tenuta e sulla loro passione artigianale.
Ci sono diverse tipologie di visite che puoi fare in cantina, sempre da prenotare anticipatamente. A te la scelta tra quelle indicate online. Una tra l’altro delle poche cantine aperte nei weekend, tienilo presente.
Sicuramente tornare a casa con un Bolgheri Doc o IGT Toscana, è sicuramente il miglior regalo che puoi farti.
E se, infine, ti stai chiedendo perché non abbiamo optato per una visita anche alla Tenuta San Guido. Purtroppo non è aperta al pubblico, puoi degustare o comprare il suo vino solo nelle rivendite di fiducia.
E ora dicci tu cosa preferisci bianco o rosso?
Una regione che adoro per tanti motivi tra cui il buon vino!
Bianco o rosso? Direi dipende!
Io e Marco li apprezziamo entrambi..ognuno nel suo momento giusto!
Giustamente, come per noi!