Continuano i nostri consigli con trekking emozionanti, decisamente panoramici ma allo stesso tempo poco battuti. Vi anticipiamo che, almeno all’andata, abbiamo incontrato solo dieci marmotte, numerosi cavalli, una volpe, mucche e persino stambecchi…e tutto questo ad agosto! Le premesse sono buone, giusto? Ti portiamo alla Forca Rossa dalla Valfredda, nel cuore dell’Agordino, tra le splendide Dolomiti Bellunesi.
Sei pronto a scoprire con noi la bellezza autentica di questo luogo? Allaccia gli scarponi, si parte!
Ma prima di iniziare, se è la prima volta che capiti qui: noi siamo Lara e Davide, amanti dei viaggi, della corsa e in generale delle attività outdoor e in natura. Sul nostro blog condividiamo itinerari e ispirazioni per esplorare il mondo in armonia con la natura. Seguici su Instagram e Facebook per non perdere i prossimi racconti!
Punto di partenza
Il punto di partenza è Col de Mez, poco prima del rifugio Flora Alpina, raggiungibile attraverso la statale del Passo San Pellegrino: se arrivi da Falcade, lo troverai prima della piana; se invece arrivi da Moena, lo troverai dopo.
Prosegui lungo la carreggiata e, superato il cartello per malga Boer sulla destra, troverai uno spiazzo sterrato dove puoi lasciare l’auto gratuitamente. Per non sbagliare, assicurati che ci sia il cartello con l’indicazione per la Valfredda.
Il percorso in dettaglio
Una volta parcheggiato, segui il segnavia che ti conduce dolcemente nel bosco. Il sentiero offre subito scorci panoramici sulle Pale di San Martino, fino ad arrivare, in breve tempo, alla Valfredda: una vallata bucolica e meravigliosa.
Rimaniamo subito senza parole: casette in legno curate nei minimi dettagli, fienili d’altri tempi, e uno sfondo che sembra una cartolina. Questa valle trasmette un senso autentico e genuino di montagna. Solo per questo primo tratto, ne vale già la pena.
Ma non ci fermiamo. Proseguiamo lungo la forestale, superiamo il bivio per malga ai Lach e, una volta giunti al termine delle baite, attraversiamo un ponticello sopra il Rio di Valfredda, continuando in salita, costante ma spettacolare.
Quello che ci colpisce subito – e che ci accompagnerà per tutto il trekking – è il silenzio: siamo solo noi e la natura. Eppure, questa è la vallata laterale al ben più famoso rifugio Fuciade!
Scopri anche il nostro itinerario a Fuciade.
Il fondo del sentiero è comodo, la salita si fa sentire ma non pesa, perché siamo completamente rapiti dalla bellezza del paesaggio.
Salita verso la Forca Rossa
A un certo punto della forestale troviamo il primo bivio: abbandoniamo la strada e imbocchiamo il sentiero 694, che si trasforma in un classico tracciato di montagna. Attraversiamo prati e recinti con cavalli, e qui, in lontananza, avvistiamo persino degli stambecchi!
Il panorama si apre sempre di più: davanti a noi l’imponente Sasso di Valfredda, alle spalle le Pale di San Martino e Cima Uomo.
È un continuo meravigliarsi. Come dei bambini continuiamo a stupirci e a camminare con lo sguardo all’insù.
Dopo una radura utile per prendere fiato, attenzione a non sbagliare direzione: vai verso la vetta e non svoltare a sinistra sul sentiero sassoso. Non ci sono segnavia qui, e anche noi stavamo per sbagliare. Siamo a circa 2.200 metri, e il grosso è fatto, anche se manca ancora un po’ di dislivello.
L’ascesa è continua ma mai estrema. I panorami si fanno più ampi, più rossi, più dolomitici. L’ultimo tratto si svolge su un sentiero a zig-zag, tra rocce color rosso ruggine, che danno il nome proprio alla Forca Rossa.
Forca Rossa dalla Valfredda: il panorama che non dimentichi
Arriviamo finalmente al Passo di Forca Rossa, a 2.490 metri. Qui è pura magia. Non abbiamo parole per descrivere ciò che vediamo – e sì, siamo ancora completamente soli.
Il panorama si apre sulla Valle di Franzedaz, con Civetta, Pelmo, Sorapiss, Tofane e Monte Cristallo in lontananza. Una vera e propria cartolina. Dall’altro lato, lo sguardo torna sulle Pale di San Martino, l’Agner e Cima Uomo.
Non troverai rifugi qui, ma paesaggi che rimarranno nel cuore. Porta con te il pranzo al sacco e goditi il miglior pranzo con vista che potresti desiderare. In totale silenzio. Noi completamente felici, non potevamo chiedere di meglio.
Il ritorno e la variante verso il rifugio Fuciade
Giusto il tempo di finire il nostro panino che si alza un venticello fresco, iniziamo la discesa lungo lo stesso percorso, senza seguire il sentiero 693 (più alto ma con tratti di ghiaione poco sicuri).
Arrivati di nuovo sul pianoro, poco dopo, troviamo la deviazione che porta alla località Fuchiade e all’omonimo rifugio. Forse l’avevi notata anche all’andata. Ora seguiamo il sentiero 670.
Proseguiamo tra verdi pascoli, circondati dalle cime. In lontananza scorgiamo la Valfredda e le sue baite, ma noi proseguiamo verso la conca delle Fuciade, che appare con le sue caratteristiche casette in legno e da qui si comincia anche ad intravedere più persone rispetto ai precedenti tratti.
Attraversiamo un bosco dove la discesa è piuttosto ripida – probabilmente il tratto più impegnativo di tutta la camminata. Scarpe da trekking obbligatorie, anche nei percorsi facili!
Una volta superata la discesa, raggiungiamo il rifugio Fuciade, che ci appare in tutta la sua bellezza. Come previsto, è piuttosto affollato ma ancora vivibile: arrivando prima di pranzo, abbiamo evitato la ressa. Partire a camminare alle 7:30 si conferma sempre una strategia vincente. Qui ci concediamo una meritata merenda: i dolci sono eccezionali e assolutamente consigliati!
Riprendiamo poi il sentiero dietro al rifugio con indicazione rifugio Flora Alpina, che ci riporta esattamente al punto in cui avevamo lasciato l’auto.
Anche il finale di questa facile escursione ti regala scorci da cartolina. Un incanto fino all’ultimo passo.
Dati tecnici:
- Dislivello: 650
- Lunghezza percorso: 11,50 km
- Tempo di percorrenza: 3.15/30 ore
Forca Rossa dalla Valfredda: trekking facile, autentico e silenzioso
Questo itinerario è la prova che anche ad agosto, nel pieno della stagione, si può trovare una camminata panoramica e silenziosa, lontana dalla folla.
Forca Rossa dalla Valfredda è un’escursione semplice dal punto di vista tecnico, ma altamente emozionante. Una camminata che rigenera e che ti fa vivere la montagna in modo autentico.
Salvala se ami i trekking genuini e desideri scoprire percorsi ancora poco conosciuti. E ricordati che camminare in silenzio, immersi nella natura, è un regalo che non ha prezzo.