Aggiornato il 30 Luglio 2025 alle 08:32 am
Organizzare un itinerario in Nuova Zelanda non è semplice, soprattutto se – come nel nostro caso – si ha a disposizione solo una settimana. L’ideale sarebbe dedicare almeno due settimane all’isola del nord e tre se si vuole includere anche l’isola del sud. Ma a volte il tempo è poco, e questo viaggio è nato in occasione della nostra partecipazione all’Aitutaki Marathon, quindi per noi era importante riempire ogni giorno di esperienze autentiche, quelle che più ci rappresentano.

Abbiamo così deciso di vivere una settimana on the road in Nuova Zelanda, attraversando paesaggi selvaggi, parchi regionali, aree geotermiche e spiagge incredibili, fino a raggiungere il punto più a nord dell’isola.
Per ottimizzare tempi e libertà, abbiamo viaggiato in van, scelta che consigliamo vivamente: noterai subito che la van life fa parte della cultura neozelandese. Solo ad Auckland, nostra ultima tappa, abbiamo optato per l’hotel.
Abbiamo percorso oltre 1.500 km in sette giorni, dormito in campeggio sotto le stelle e vissuto qualcosa di nuovo ogni giorno.
Ma prima di entrare nel dettaglio di questo itinerario in Nuova Zelanda, ti consigliamo di leggere anche l’articolo su come organizzare un viaggio in Nuova Zelanda fai da te, per preparati al meglio.
Itinerario Nuova Zelanda: 7 giorni memorabili
Giorno 1 – Da Auckland a Rotorua: energia della terra (216 km)

Appena atterrati ad Auckland, dopo i controlli in aeroporto e una doccia rigenerante, abbiamo ritirato il nostro van e ci siamo subito diretti verso una tappa vicina: Hunua Ranges Regional Park, a circa 40 minuti di guida. La nostra prima tappa di questo itinerario in Nuova Zelanda, è stata anche una scelta strategica per abituarci subito alla guida a sinistra senza dover affrontare troppi chilometri nel traffico cittadino.

Il parco ospita la più grande foresta autoctona della regione e uno dei suoi gioielli: le Hunua Falls, una cascata di 30 metri immersa nella vegetazione. Si raggiunge facilmente con una breve camminata di circa 20 minuti dal parcheggio. All’ingresso troverai una mappa dettagliata con tutti i sentieri e i punti panoramici: noi purtroppo non avevamo tempo per esplorarli tutti, ma il colpo d’occhio iniziale è stato già una perfetta introduzione alla natura neozelandese.

La seconda tappa della giornata ci ha portati alla splendida Blue Spring – Te Waihou Walkway. Abbiamo percorso il tratto breve (circa 4,7 km A/R), immersi in una vegetazione lussureggiante, fino ad arrivare a una sorgente d’acqua talmente limpida e pura da sembrare irreale.
Fin dall’inizio il tempo era molto variabile – pioggia, sole, nuvole – ma, come per magia, ogni volta che arrivavamo a una meta, il cielo si apriva e ci regalava una luce perfetta. Un vero colpo di fortuna!

Durante questi primi chilometri, la sensazione era quasi quella di trovarsi in Scozia tra prati infiniti, colline verdi e mandrie di mucche al pascolo, tantissime. Abbiamo sicuramente visto più mucche in questa vacanza che in tutta la nostra vita.
Esplorare i parchi geotermali di Rotorua: Te Puia e cultura Māori
La tappa finale della giornata è stata Rotorua, una delle mete più visitate dell’isola del nord, e simbolo della geotermia neozelandese. Soprannominata “la città dello zolfo”, è caratterizzata da un’intensa attività termale che si avverte già camminando per le sue strade.

Qui abbiamo deciso di visitare uno dei luoghi più iconici e culturali: Te Puia, centro geotermale e culturale Māori. È qui che si trova il geyser Pohutu, che erutta circa ogni ora, ma il parco è molto più di questo: ospita circa 500 sorgenti termali e oltre 60 geyser attivi. All’interno del complesso si trova anche una scuola di arte tradizionale Māori, dove gli artigiani mantengono vive le tecniche ancestrali di intaglio e tessitura.
Obbligatoria la prenotazione e noi abbiamo optato per l’ingresso serale con cena buffet Te Pō Hāngī e spettacolo, un’esperienza completa che include un tour guidato di 90 minuti, una cena tradizionale Māori cotta nella terra e un emozionante spettacolo di danze e canti, culminato nell’Haka, la celebre danza guerriera.
Vedere Te Puia di notte, tra vapori, geyser illuminati e musica ancestrale, è stata una delle esperienze più suggestive del viaggio.
Visualizza questo post su Instagram
I biglietti li abbiamo acquistati su Get Your Guide. Il costo è di circa 100 € a persona: non è economico, ma assolutamente consigliato per chi vuole vivere un’autentica immersione nella cultura Māori, ancora oggi viva e sentita.
Dopo una giornata così intensa – tra natura, guida, emozioni e un volo intercontinentale alle spalle – siamo crollati a dormire nel nostro van.
Abbiamo scelto il Rotorua Thermal Holiday Park: pulito, comodo, immerso nel verde e vicinissimo al centro culturale.
Giorno 2 – Continua il viaggio geotermico e Huka Falls
La giornata è iniziata con una corsa mattutina tra le strade di Rotorua, immersi nei colori caldi dell’autunno. Se sei un runner, questa è una città perfetta: percorsi ciclabili, pochi dislivelli e un’atmosfera surreale creata dalle fumarole che escono dal terreno.

La prima tappa è stata il Wai-O-Tapu Thermal Wonderland, un’area geotermica tra le più spettacolari di tutta la Nuova Zelanda. A soli 30 km da Rotorua, offre paesaggi letteralmente fuori dal mondo: Champagne Pool, Devil’s Bath, Artist’s Palette sono solo alcune delle incredibili formazioni naturali che si incontrano lungo il percorso. L’odore di zolfo è forte ma tollerabile, e viene ampiamente compensato dallo spettacolo visivo.

Abbiamo acquistato i biglietti su Get Your Guide (costo 45 NZD) e optato per l’intero percorso con i tre anelli, per un totale di circa 1h30 fino al Lake Ngajoro. Se hai meno tempo, puoi ridurre a uno o due anelli (30–40 minuti). Il parco è aperto tutti i giorni dalle 8:45 alle 16:00.

Se arrivi al parcheggio del Lady Knox Geyser entro le 10:00, potrai ammirare la sua eruzione quotidiana delle 10:15. Tuttavia la sua eruzione è provocata artificialmente e risulta piuttosto turistica, che a nostro parere puoi anche evitare se cerchi esperienze autentiche.
Seconda tappa del giorno: Huka Falls

Dopo pranzo, abbiamo lasciato Rotorua e proseguito verso le Huka Falls, a circa 80 km. Situate nei pressi di Taupō, sono tra le cascate più potenti dell’isola: ogni secondo vi scorrono oltre 200.000 litri d’acqua. Se arrivi entro le 10:00, 12:00 o 14:00 potrai vedere l’apertura delle paratoie della diga idroelettrica, un evento impressionante con le sue acque spumeggianti e turbolente. Spostati poi vicino ai due punti panoramici per una visione differente.

Volendo prima di raggiungere le Huka Falls, sulla sinistra c’è un ulteriore punto panoramico sopraelevato, perfetto per una visuale dall’alto.
Le Huka Falls sono sicuramente un luogo perfetto per una sosta panoramica. Qui si possono anche intraprendere brevi trekking, ma per noi il tempo era purtroppo limitato.
La giornata si è conclusa con una vera coccola: una notte al Waikite Valley Thermal Pools sicuramente il campeggio più bello di questo viaggio.

Completamente immerso nella natura, con piscine termali alimentate da una sorgente geotermale naturale. Un’esperienza rilassante e rigenerante, che consigliamo con entusiasmo.
Visualizza questo post su Instagram
Giorno 3 – Itinerario Nuova Zelanda, risalendo il Nord fino alla Baia di Matauri (542 km)
Dopo una notte sotto le stelle e un risveglio immersi nel silenzio della natura, ci siamo rimessi in marcia presto. Il nostro obiettivo era ambizioso: arrivare il più a nord possibile in giornata, per essere già vicini a Cape Reinga il giorno seguente.

Il tragitto è stato lungo ma incantevole. Le prime luci dell’alba ci hanno accompagnati attraverso le vallate verdi della Waikite Valley, ranch e pascoli a perdita d’occhio. Una cartolina dopo l’altra, fino all’ingresso in autostrada.
Abbiamo fatto due soste memorabili lungo il tragitto:

- Waipu Lookout, per ammirare un panorama da togliere il fiato;
- Ruakaka Beach, una distesa di sabbia finissima praticamente deserta.
Nel tardo pomeriggio siamo arrivati alla nostra destinazione: la Baia di Matauri. Solo la strada per raggiungerla è un’esperienza. Quando arrivi in cima alla collina che la precede, ti si apre davanti una spiaggia turchese incastonata tra le montagne. Semplicemente magico.

Abbiamo campeggiato direttamente lì: Matauri Bay Holidaypark.
Un’oasi di pace con una delle notti più stellate che abbiamo mai vissuto. Il cielo sembrava vicino, immenso. Le colline intorno offrono sentieri panoramici e viste uniche, perfette per chi ama camminare anche dopo una giornata intensa di guida.

Giorno 4 – Cape Reinga: dove si incontrano due oceani
Il quarto giorno ci ha condotti al punto più a nord dell’isola nord: Cape Reinga, uno dei luoghi più iconici e spirituali di tutto l’itinerario in Nuova Zelanda. Qui, secondo la cultura Māori, le anime dei defunti iniziano il loro viaggio verso l’aldilà. Ed è davvero facile capire perché: in questo punto il Mar di Tasmania si scontra visibilmente con l’Oceano Pacifico, creando un gioco di correnti unico.

La giornata è iniziata sotto una pioggia insistente, ma non ci siamo lasciati scoraggiare. E, come spesso accade in Nuova Zelanda, il cielo si è aperto proprio quando stavamo arrivando, regalandoci un’ora di sole e luce perfetta. La vista sul faro e sulle scogliere lascia completamente senza parole. Abbiamo raggiunto davvero la fine del mondo e il punto più a nord della Nuova Zelanda.

Il parcheggio è gratuito, ma i posti non sono tantissimi. Il sentiero fino al faro è semplice, pianeggiante e dura circa un’ora andata e ritorno, ma ti consigliamo di prendertela con calma e goderti il panorama. Se hai tempo e il meteo lo permette, puoi intraprendere uno dei tratti del Te Paki Coastal Track.

Purtroppo noi abbiamo dovuto rinunciare, perché il tempo stava rapidamente peggiorando. Ma anche solo ammirare l’oceano dall’alto ci ha ripagato di ogni chilometro percorso.

Lungo la strada di ritorno, c’è una deviazione sterrata di 3,5 km che porta alle gigantesche dune di sabbia del deserto di Te Paki, alte fino a 140 metri. In condizioni migliori, sarebbe stata una tappa perfetta per sandboarding o semplici passeggiate, ma continua a piovere intensamente e abbiamo rinunciato
Se non te la senti di guidare per così tante ore ci sono anche dei tour organizzati che partono solitamente da Paihia per un viaggio senza stress e per conoscere di più sulle tradizioni Māori a Cape Reinga.
Da Cape Reinga a Mangonui per la notte

Sulla via verso sud, ci siamo fermati sulla celebre Ninety Mile Beach, una distesa sabbiosa lunga e piatta, talmente regolare che in teoria è considerata un’autostrada (ma attenzione: serve un 4×4 per percorrerla!). Anche qui la sensazione è quella di trovarsi ai confini del mondo: sabbia dorata, vento, onde e… niente altro.

Per la notte ci siamo regalati una pausa di comfort e abbiamo soggiornato a Mangonui, scegliendo l’eco-lodge Riverside Escapes.

Immerso nella natura, circondato da ulivi e affacciato sul fiume Oruait, questo rifugio sostenibile è stato un abbraccio di pace dopo i giorni intensi in van. Un luogo che ci ha riconnessi con l’essenza del viaggio e con il valore della semplicità.
Giorno 5 – Cascate e ritorno ad Auckland (321 km)
È tempo di tornare verso la città. Lasciamo Mangonui e iniziamo la discesa verso Auckland, ma lungo il tragitto non mancano due tappe imperdibili per chi ama la natura.

La prima è Rainbow Falls, nella zona di Kerikeri. Una cascata imponente, circondata da vegetazione lussureggiante. Ci sono diversi punti panoramici da cui ammirarla: dall’alto, da vicino, oppure lungo i sentieri nel bosco. È una sosta che richiede poco tempo, ma regala tanta bellezza. Volendo anche qui si possono praticare dei trekking, il più lungo è di 4,3 km.

La seconda tappa è Whangārei Falls, alta 26 metri, situata a circa 10 minuti dal centro città di Whangārei. Spesso viene definita la cascata più fotogenica della Nuova Zelanda, e non è difficile capirne il motivo: il suo contesto naturale è perfetto per fotografie, passeggiate o semplicemente per una pausa di respiro prima di rientrare nel traffico.
Rientro ad Auckland e primo impatto con la città
Nel tardo pomeriggio riconsegniamo il van e ci spostiamo in hotel. Dopo giorni immersi nella natura, il cambio di atmosfera è netto, ma Auckland ci conquista subito. Una città vivibile, ordinata, affacciata sul mare, con tramonti infiniti e una vivace energia urbana.

Per celebrare la prima sera in città, abbiamo prenotato una splendida crociera con cena al tramonto: vedere Auckland illuminarsi lentamente mentre si cena in barca è un ricordo che ci porteremo nel cuore. Ne parliamo meglio in questo articolo: “Crociera con cena ad Auckland“.
Giorno 6 e 7 – Auckland: sport, emozioni urbane e cultura

Il nostro sesto giorno in Nuova Zelanda si apre, come sempre, con una corsa. I runner lo sanno: non c’è modo migliore per scoprire una città che farlo di prima mattina, in scarpe da running e passo leggero. Auckland è perfetta per questo: una lunga pista ciclabile sul lungomare, poco traffico, tanta aria fresca e – nel nostro caso – un forte vento che ci ha accompagnato con decisione.
Dopo il risveglio sportivo, ci siamo dedicati a scoprire le icone della città. Ecco cosa non perdere ad Auckland:

- Sky Tower: con i suoi 328 metri domina lo skyline da oltre 27 anni. La vista a 360° è spettacolare, soprattutto al tramonto;
- All Blacks Experience: un museo interattivo che racconta in modo immersivo la storia e la cultura della squadra di rugby più famosa al mondo. Un’esperienza emozionante, anche per chi non è un’appassionato. Acquistato anch’essa su Get Your Guide;
- partita di rugby dal vivo: un colpo di fortuna! Siamo riusciti ad assistere a una partita tra Moana Pacific e Drua al North Stadium. Due Haka, una per squadra. Un momento potentissimo, soprattutto per Davide, che ama profondamente questo sport.
Concludiamo i nostri giorni in città camminando senza meta precisa, lasciandoci guidare dai profumi, dai suoni, dai volti. Auckland è una città che sorprende per ordine, qualità della vita e apertura. Qui, il viaggio ci ha fatto sentire davvero benvenuti, trovi maggiori dettagli in questo articolo dedicato: “Cosa vedere ad Auckland“.
Conclusione: una settimana in Nuova Zelanda tra van, natura e libertà

Il nostro itinerario in Nuova Zelanda si è svolto in van per 5 giorni, con tappa finale in hotel ad Auckland. Viaggiando ad aprile, non abbiamo avuto difficoltà a trovare posti nei campeggi e la flessibilità di questo tipo di viaggio è stata un valore aggiunto: ci ha permesso di adattare il percorso ai nostri ritmi, al tempo e alle emozioni.
Se viaggi in alta stagione e con un van non self-contained, ti consigliamo però di prenotare in anticipo, perché dovrai pernottare in aree attrezzate.

Una settimana è sicuramente poca per scoprire tutto, ma può essere sufficiente per vivere intensamente alcuni dei luoghi più affascinanti dell’isola. Avremmo voluto includere molti più trekking, soste, siti culturali… ma correre per spuntare liste non è mai il nostro modo di viaggiare.
Abbiamo preferito un ritmo più lento, che ci ha permesso di assaporare ogni tappa. E questo, alla fine, è stato il nostro vero lusso.
Se hai più tempo, puoi ampliare il tuo viaggio e unire Nord e Sud in un’esperienza completa. Ma se, come noi, hai solo una settimana, questo itinerario in Nuova Zelanda è un’ottima base di partenza.
Itinerario Nuova Zelanda: ultimi consigli utili per chi parte

Il nostro itinerario in Nuova Zelanda è terminato, ma prima di lasciarti, chiudiamo questo articolo con alcuni consigli pratici che possono esserti utili se stai progettando il tuo viaggio:
- tutti i siti hanno parcheggi gratuiti e servizi igienici pubblici (spesso anche con docce). Sempre puliti e ben curati;
- rispetta l’ambiente: i neozelandesi tengono moltissimo alla natura. I sentieri sono ben tracciati dal Department of Conservation (DOC), non uscire dai percorsi e porta sempre via i tuoi rifiuti;
- prima e dopo ogni escursione, pulisci bene scarpe e attrezzatura. Aiuta a prevenire l’introduzione di specie invasive nei parchi;
- il tempo cambia rapidamente. Porta sempre con te abbigliamento impermeabile e controlla le previsioni prima di intraprendere trekking più lunghi;
- non sottovalutare le distanze: in Nuova Zelanda i tempi di percorrenza sono più lunghi di quanto sembri su mappa. Organizzati con tappe realistiche;
- sii curioso, ma anche paziente. Goditi la strada, i paesaggi, la lentezza. In Nuova Zelanda non è solo la destinazione che conta, ma tutto il viaggio.
Un viaggio in Nuova Zelanda lascia un segno profondo. È un Paese che ti insegna a rallentare, a rispettare ciò che ti circonda, a riconnetterti con la natura e – se sei fortunato – anche un po’ con te stesso.
Ora non ti resta che costruire il tuo itinerario in Nuova Zelanda… e partire.

